Roma approfondimenti
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Tempio della Magna Mater
Il Tempio della Magna Mater (cioè della “Grande Madre”, come i Romani chiamavano la dea Cibele), è situato sul colle Palatino. Cibele era una divinità venerata in Asia Minore, ma il suo culto venne introdotto a Roma nel 204 a.C., durante la Seconda Guerra Punica. In un momento di difficoltà, i Romani portarono in città il suo simbolo, proveniente da Pessinunte: una pietra nera di forma conica, probabilmente un meteorite.
La Magna Mater Idaea era la dea dell’Ida, il monte di Troia, là dove Venere si era congiunta con Anchise ed era nato Enea. Per questo non fu mai considerata una divinità straniera, ma al contrario una dea ancestrale e salvifica, fin dall’inizio insediata proprio là dove si mostrava la capanna di Romolo ed era stata fondata la città
Il tempio venne dedicato nell’aprile del 191 a.C. L’edificio subì un primo rifacimento nel 111 a.C. ed un secondo durante l’impero di Augusto, ma attualmente se ne conserva solo il basamento. Tra i reperti pertinenti si ricordano la statua della dea e l’iscrizione dedicatoria del tempio.
Tempio di vesta
Elemento fondamentale del culto era il fuoco sacro di Vesta, dea protettrice dei focolari domestici, posizionato al centro dell’edificio e tenuto perennemente acceso da un apposito ordine di sacerdotesse: le Vestali.
nave
foro di cesare
foro
Il complesso si compone di una piazza rettangolare delimitata, sui lati lunghi, da due portici colonnati terminanti con due esedre semicircolari. Il lato corto orientale, invece, è occupato dal Tempio di Marte “Ultore” (cioè “Vendicatore”), che rievoca la vittoria di Filippi del 42 a.C.: con cui Augusto riuscì a vendicare l’assassinio di Giulio Cesare, suo padre adottivo. La dedica a Marte, dio della guerra, richiamava non solo lo scontro, ma anche la paternità del dio di Romolo e Remo, da cui Cesare ed Augusto discendevano.
L’esedra del portico Nord ospitava una statua di Enea in fuga da Troia, con il padre Anchise ed il figlio Ascanio. Attorno ad essa erano raffigurati i re di Alba Longa e i più importanti membri della Gens Iulia.
Ara Pacis Augustae
L’Ara Pacis Augustae è un altare dedicato alla personificazione divina della Pace. La struttura fu commissionata dal Senato nel 13 a.C. per celebrare le spedizioni dell’imperatore Augusto in Spagna e in Gallia, e fu completata nel 9 a.C.
Il complesso è formato da un recinto di forma quasi quadrata, dotato di due accessi, che ospita al centro l’altare vero e proprio. La struttura presenta un ricchissimo apparato scultoreo decorativo, volto ad acclamare Augusto per aver condotto Roma ad un periodo di prosperità e di pace dopo una sanguinosa guerra civile.
La dinastia di Augusto è rappresentata sui due lati lunghi dell’ara, in occasione di una processione sacrificale.
Sul lato Est, invece, ai lati dell’entrata secondaria, è rappresentata da un lato la personificazione di Roma, seduta su una catasta di armi; dall’altro è presente una figura femminile, interpretata come Venere “Genitrice” o come la personificazione della dea Tellus.