Mito approfondimenti

Mito approfondimenti

Mito – Approfondimenti

inno omerico ad afrodite

Nel componimento, risalente al VII-VI sec. a.C., Afrodite, assunto un aspetto umano, si reca sul Monte Ida da Anchise, che si innamora subito di lei. La sua bellezza è tale che Anchise sospetta che si tratti di una dea, ma Afrodite nega e sostiene di essere una principessa frigia destinata a sposare proprio lui. Dopo la loro unione Afrodite, ripreso l’aspetto di divinità, profetizza ad Anchise che avrà un figlio destinato a regnare sui Troiani e una stirpe gloriosa attraverso la quale raggiungerà una sorta di immortalità; gli impone tuttavia di non svelare mai il loro amore. Quando Enea nascerà, Anchise dirà che il bimbo è figlio di una ninfa; sarà allevato dalle ninfe Oreadi sul Monte Ida e all’età di quattro anni andrà a vivere con il padre a Troia. (https://www.cairn.info/revue-de-philologie-litterature-et-histoire-anciennes-2009-1-page-87.htm)

Stesicoro di Imera

Fu un poeta lirico siciliano, vissuto alla fine del VII-prima metà del VI sec. a.C., della cui vastissima produzione ci sono pervenuti solo scarsi frammenti. Un “indizio” sulla sua opera che raccontava la caduta di Troia è contenuto in uno straordinario rilievo in marmo di età augustea, la Tabula Iliaca Capitolina, scolpita dall’artista Theodoros alla fine del I sec. a.C., che illustra scene dell’Iliade. A fianco delle singole scene sono scritte poche righe in greco, con un riassunto di parti del poema omerico. I due fregi inferiori illustrano il seguito della guerra, come era raccontato da due autori, Arctino di Mileto, nel suo poema Etiopide, e Lesche Pirreo, nella Piccola Iliade. Il quadro centrale , raffigura, come dice l’iscrizione, la scena della “distruzione di Troia secondo il racconto di Stesicoro”. In uno dei riquadri si distingue Enea, seguito da Miseno e Ulisse, che salgono su una nave e partono “verso Occidente” (eis tèn Hesperìan).
La Tabula Iliaca Capitolina

sofocle

Sofocle ne parlava nella sua perduta opera “Laocoonte”, un frammento della quale ci è tramandato da Dionigi di Alicarnasso, in cui si descriveva la fuga di Enea da Troia, con il padre sulle spalle, seguito da un gruppo di servi e accompagnato da una moltitudine di Troiani che volevano fondare una nuova colonia di Frigi.

Ellanico di lesbo

Secondo Dionigi di Alicarnasso, Ellanico aveva parlato di Enea in due sue opere: nei Troika, in cui l’eroe fuggito da Troia giungeva nella penisola calcidica, a Pallene, e nella raccolta Sulle sacerdotesse di Era ad Argo, dove Enea – insieme ad Ulisse – è il fondatore di Roma, il cui nome deriva da Rhome, una delle donne troiane.

licofrone

Licofrone fu un tragediografo forse di ascendenze italiote, dopo il 283 a.C. attivo presso la biblioteca di Alessandria. Scrisse il poema pieno di drammatico pathos detto Alessandra, altro nome della profetessa troiana Cassandra, contenente una sequenza di profezie in un linguaggio dai formulari e dai richiami volutamente oscuri, propri della erudizione alessandrina. L’opera contiene un brano che si suole chiamare “notizia romana”, vibrante celebrazione di Roma cui prediceva tra l’altro il grande destino. L’Alessandra attribuisce ad Enea la fondazione di Roma, conosce la leggenda dei gemelli, ma anche i miti di Lavinio, come appare dalla menzione delle mense e soprattutto della scrofa, che a sua volta conteneva in nuce il mito della fondazione di Alba (bianca come la scrofa) e dei trenta popoli albani, costituendo quindi prova dell’avvenuto collegamento fra due tronconi della storia delle origini, quello troiano-lavinate e quello albano-latino-romano.