Butrinto approfondimenti
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eleno
Come narra Andromaca nell’Eneide (II, vv. 328-329) era stato Neottolemo che l’aveva consegnata, prigioniera di guerra e sua concubina, a Eleno, anch’egli ridotto in schiavitù. Questo, a sua volta, aveva poi ricevuto dallo stesso Neottolemo, prima che morisse, parte del regno, la Caonia, per mano di Oreste.
neottolemo
andromaca
Secondo la Piccola Iliade (poema epico greco andato perduto, facente parte del “ciclo troiano”), Andromaca, vedova dell’eroe troiano Ettore, dopo la caduta della città, toccò in sorte come preda di guerra a Neottolemo al quale partorì un figlio. Secondo la leggenda ripresa da Euripide nella tragedia Andromaca, rappresentata poco dopo il 428 a.C., a malapena riuscì a salvare se stessa e il piccolo Molosso dalla gelosia di Ermione, divenuta nel frattempo legittima moglie di Neottolemo. Nella drammaturgia moderna il mito fu trattato da J. Racine nell’Andromaque (1667), ambientata a Butrinto in una sala del palazzo reale di Neottolemo. Ad esso si ispirarono poi diversi melodrammi e opere musicali (Sacchini, Grètry, Saint-Saens), fra cui l’Andromaca di G. Paisiello (1797).
augusto
pomponio attico
T. Pomponio Attico (110-32 a.C.), di rango equestre, imprenditore di successo, uomo di grande cultura e generosa munificenza, editore di opere letterarie e autore egli stesso, nonché consigliere di personaggi illustri ed esperto collezionista di opere d’arte, era legato a Cicerone anche da vincoli familiari, dal momento che la sorella Pomponia aveva sposato il fratello di Cicerone, Quinto. Attico fu destinatario di molte delle Lettere (Epistulae, vol. 6) che il celebre politico e intellettuale scrisse e che costituiscono un’opera fondamentale per la conoscenza del mondo latino della tarda repubblica. La sua villa acquistata vicino a Butrinto, nota con il nome di Amalthea, dal nome della capra nutrice di Zeus, comprendeva un piccolo santuario privato, con il sacello utilizzato come stanza di riposo. Attico, descrivendolo ombreggiato da platani e lambito dalle acque del Thyamis, ne parla nella sua corrispondenza a Cicerone, particolarmente desideroso di ricevere informazioni dettagliate sulla bellezza del luogo e sull’Amaltheion, poiché voleva realizzarne uno simile nella sua tenuta di Arpino. Uno studio recente ha proposto di identificare la residenza rurale di Attico con il complesso monumentale di Malathrea, località nella valle del Pavla. Si tratta di un impianto, di funzione residenziale e produttiva, risalente al III sec. a.C. e ampliato nel I sec. a.C. da Attico; poiché era ubicato in un luogo privo di difese naturali, per difendersi da possibili incursioni piratesche degli Illiri o da atti predatori, fu fortificato con un imponente muro di cinta e quattro torri.
teatro
dea di butrinto
esculapio
santuario di esculapio
Le indagini archeologiche hanno dimostrato che già a partire dal IV sec. a.C. si svolgevano nel santuario le pratiche rituali in onore del dio, che divenne il protettore della comunità locale. A partire dal III sec. a.C. fu realizzato un complesso sacro (Asklepieion) nel quale non soltanto si svolgevano i riti religiosi, ma venivano espletate anche attività amministrative. Comprendeva diversi edifici con funzioni diversificate connesse al culto, ed era completato da un teatro. Anche la nuova confederazione di Prasaiboi, appoggiata dai Romani, scelse di mettersi sotto la protezione del dio, tanto che sulle mura del teatro furono iscritti i suoi atti deliberativi. Asclepio era una divinità radicata nel territorio locale ma conosciuta anche a Roma, ove il culto era stato introdotto direttamente da Epidauro. In base ai testi si presume che nel santuario i sacerdoti di Asclepio assolvessero a compiti giuridici legati alla liberazione degli schiavi. Ovunque Asclepio/Esculapio raggiunse una grande popolarità in tutti gli strati sociali.
castello museo
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